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La guerra distrugge le opere dell'artista ucraina Maria Prymachenko

La guerra ha cancellato per sempre venticinque opere di Maria Prymachenko, l’artista ucraina che ha ispirato Picasso e Chagall, diventando una vera e propria icona dell’arte naïf.

“Mi inchino davanti al miracolo artistico di questa brillante ucraina”. Pablo Picasso pronunciò queste parole dopo aver visitato una mostra dell’artista ucraina Maria Prymachenko (1909 – 1997) a Parigi.


Maria Prymachenko, credits: amazingukraine


Prymachenko, che da autodidatta si è dedicata alla pittura, alla ceramica e al ricamo, è considerata il simbolo della cultura popolare del suo Paese. Nonostante il successo internazionale, non lasciò mai, infatti, la città natale di Bolotnya, a circa 30 km da Chernobyl, perché profondamente ancorata alle proprie radici. L’artista si distinse sin da bambina nel disegno e nella pittura, ricordando:

«Una volta, da bambina, inseguivo un branco di oche e quando raggiunsi una spiaggia di sabbia, sulla riva del fiume, prima di attraversare un campo punteggiato di fiori selvatici, iniziai a disegnare con un bastone sulla sabbia fiori reali e immaginari… Più tardi, decisi di dipingere i muri della mia casa usando pigmenti naturali. Dopo di ché non ho più smesso di disegnare e dipingere.»

Gli acquerelli naïf di Maria, esposti già in vita in tutta l'Unione Sovietica, esprimono gioia e vivacità, grazie all’espressività del disegno e all’uso di colori accesi.


Maria Prymachenko, Ukrainian Dancers, 1983, credits: https://www.wikiart.org/


Piante e animali popolano i suoi paesaggi fiabeschi, simili a quelli della Polesia, una delle aree paludose più estese d’Europa. L’esistenza di Maria Prymachenko fu scandita da grandi soddisfazioni e riconoscimenti (su tutti, il prestigioso Premio Nazionale dell’Ucraina Taras Ševčenko nel 1966), ma anche da gravi disgrazie, prima ammalandosi di poliomielite e poi sopravvivendo alla morte del marito e del fratello caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Le sofferenze e la fantasia creativa della pittrice ci permettono di accostare la sua figura a quella del nostro Antonio Ligabue, genio inquieto dell’arte naïf.


Maria Prymachenko, Our Army, Our Protectors, 1978. Credits: https://www.wikiart.org/


È di questi giorni la notizia della distruzione, durante l’attacco militare russo, del Museo di Storia Locale di Ivankiv. All’interno di quest’ultimo erano presenti venticinque dipinti di Maria Prymachenko, andati perduti per sempre. Così, in un attimo, la vivacità e la gioia di quelle opere sono state spazzate via, aprendo nella storia dell'Ucraina una ferita impossibile da rimarginare.



Leonardo Ostuni è nato a Bari nel 1995. Frequenta la Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici dell'Università di Bologna. Ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne presso l'Università di Bari, e la laurea magistrale in Arti Visive presso l'Università di Bologna, con una tesi sull’arte di Pino Pascali. Ha due grandi passioni: la storia dell'arte e la scrittura (prevalentemente giornalistica). Collabora con alcune riviste e blog culturali, e ha seguito di recente corsi di scrittura critica.