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Nifties: tra speranza e speculazione

Come afferma il Financial Times, anche Damien Hirst è pronto a saltare sul treno dei cosiddetti NFT, Non-Fungible Tokens (in gergo “nifties”). L’artista ha infatti fatto sapere di essere intenzionato prossimamente ad utilizzare tale tecnologia per un’opera volta a riflettere sul concetto di valore monetario e valore artistico. 

L’interesse del mondo dell’arte per gli NFT ha raggiunto il suo culmine il 25 febbraio scorso quando Christie's ha organizzato un’asta online per un’opera d’arte digitale, corredata di NFT, intitolata Everydays: The First 5000 Days. Si tratta di un collage di immagini digitali raccolte ogni giorno per più di 13 anni e racchiuse in un unico file jpeg. Il lavoro, dell’artista statunitense Beeple (il cui vero nome è Mike Winkelmann), partiva da una quotazione di 100 dollari ed ha raggiunto i 69.3 milioni di dollari, la cifra più alta mai pagata fino ad ora per un’opera d’arte digitale. Contemporaneamente, un’altra opera dello stesso artista, Crossroad, veniva venduta per 6.6 milioni di dollari su Nifty Gateway, piattaforma online di vendita di NFT.

Beeple, Everydays: The First 5000 Days, fonte: Christies

Ma cos’è un NFT? Si tratta di una sorta di certificato virtuale che può corredare e identificare in maniera univoca un’opera d’arte digitale come ad esempio un video oppure una foto, rendendola così non riproducibile. La tecnologia alla base di un tale meccanismo è simile a quella dei bitcoin e rende tali certificati quasi impossibili da contraffare. Si tratta infatti della blockchain, una specie di registro contabile online decentralizzato nel quale vengono annotati pubblicamente gli scambi (di NFT, di criptovalute, etc.) effettuati dagli utenti. È quindi sempre possibile risalire al detentore di un certo NFT e ai suoi precedenti compratori e venditori, senza pericolo di manomissioni della catena di proprietari. 

Il grande merito di questi NFT è di aver reso “scarsi” anche asset di natura digitale, aumentandone così in maniera esponenziale il valore di scambio. E sono già numerose le piattaforme online che permettono acquisto e vendita di opere corredate da NFT, sia utilizzando criptovalute che carte di credito (alcuni esempi: makersplace, super rare, nifty gateaway). Altro grande vantaggio di questa nuova tecnologia è connesso poi alla trasparenza e tracciabilità delle transazioni che avvengono sulla blockchain: in tal modo si riduce infatti drasticamente la possibilità di frodi poiché acquirenti, provenienza dell’opera e prezzo pagato sono informazioni di pubblico dominio. 

Il recente buzz per gli NFT è stato con molta probabilità sospinto dalle conseguenze della pandemia di COVID-19. Con l’economia reale ferma a causa di continui lockdown indotti a più riprese dai governi nazionali, l’interesse per forme di investimento e guadagno alternativi è cresciuto esponenzialmente. Ed ecco che i mercati finanziari hanno fatto segnare rialzi da record durante tutto il 2020, mentre bitcoin ed ethereum hanno raggiunto quotazioni da brivido, trainando con loro tutto il comparto legato alla tecnologia blockchain, NFT inclusi. 

Bitcoin to the moon, fonte: Pinterest

E assieme all’interesse è cresciuto anche il rischio di forti mosse speculative per cercare verosimilmente di “drogare” il valore di tali NFT. Stando infatti a quanto dichiarato da Cristhie’s, i 69.3 milioni di dollari per l’opera di Beeple sarebbero stati pagati da un certo Metakovan, pseudonimo del fondatore di Metapurse, fondo che investe proprio in NFT. Sembra quindi abbastanza palese come Metapurse abbia voluto sfruttare il grande tam tam mediatico derivante dell’asta di Cristhie’s per poter influenzare in maniera rialzista le aspettative di prezzo delle opere d’arte digitali. Quale sarà la prossima mossa di questi fondi d’investimento?